Scrittori e illustratori alle prese con la «cosa»
La rivista. Il decimo numero de «L’insonne» . Il decimo numero della rivista artistica «L’insonne» (nel riquadro la copertina opera dell’artista sardo Andrea Casciu), ha «cosa» come tema. La veste grafica del bimestrale, a cura del direttore grafico Tony Agueci, resta il formato a tre. E quindi «vestaglia», «cappello» e tematico. La «vestaglia» ospita al suo interno un’illustrazione che è un tripudio di creatività: l’artefice è la giovane artista palermitana Stefania Arcieri di Les Oies. A fare da apripista, rigorosamente al suo posto, l’editoriale del direttore responsabile, Antonella Vella, che affida alla sua preghiera dei condizionali il «sogno di una cosa». Quale sia questa cosa, lo dirà la lettura di «Tipi da copertina». Un salto poco oltre e siamo al «cappello», con il «fuori tema»: lo spazio ormai riservato ai racconti ospita «Piccolo sogno» della scrittrice palermitana Marilena Monti. Il suo racconto inedito è stato scritto nel 1993, a ridosso delle stragi di mafia che insanguinarono Palermo. Sul retro, il terzo episodio della striscia a fumetti di Iuri Taormina: le cose si mettono male per il protagonista Insonne, alle prese con «la cosa» che lo incalza. Il cartaceo tematico è un caleidoscopio di contributi artistici e di visioni sfaccettate che ripropongono, sotto diverse luci, la parola chiave. «Come fa un oggetto materiale a contenere qualcosa di immateriale par excellence?» si chiede Renato Lo Schiavo nella sua rubrica «Voci dal dizionario delle insensatezze, quotidiane e meno», in cui propone l’analisi dell’espressione «borsa valori». Esordisce sulle pagine della rivista il drammaturgo e scrittore messinese Tino Caspanello, con il suo «Che cosa?», un testo dal sapore esistenziale su un umano che «è cosa che non sa più di essere». Debutto insonne anche per lo scrittore e giornalista trapanese Maurizio Macaluso, che appone la sua firma sul periodico con il racconto breve «Basta una parola»: nella mortifera cittadina siciliana Camposanto, il sindaco Mezzasalma si conferma il miglior «commediante in circolazione», mentre i giovani se ne vanno fuori e, se tornano, si chiedono perché. Tra le new entry del numero 10, figurano anche l’irriverente disegnatore e giornalista palermitano Dario Campagna, autore di una delle illustrazioni interne, e l’artista trapanese Giuseppe Lucido, ideatore dell’opera concettuale che correda il bimestrale, figlia di un interessante e articolato processo di genesi. Catapulta il lettore nella mente e nella coscienza di una donna straniera vittima di tratta e ridotta, anche linguisticamente, a cosa, invece, Enrico Cattani. Immancabili i versi del giovane poeta trapanese Tamura Kafka, autore di «Poesia incompleta #3»: la sua promessa di una poesia d’amore è già poesia ed è già amore. Inchioda le labbra all’attesa di un bacio lo stuzzicante dialogo a due di Vincenzo Di Stefano, mentre il «dittatore artistico» della rivista, Danilo Fodale, trascina (ne «Il processo») in un’aula di Tribunale, la cosa pubblica.