Rivista «al femminile» Biblioteca, presentata «Malìa»
L’eterno femminino, il principio femminile come simbolica potenza che dà vita, come una grande dea genitrice del mondo, simbolo della fertilità, originario idolo della primogenita religione monoteista. Alla «malìa» della natura con i suoi cicli stagionali, a quell’influsso al quale nessuna cosa può sottrarsi, si ispira «Malìa», la rivista culturale tutta «al femminile» diretta da Agostina Marchese, il cui primo numero è uscito a dicembre. «Malìa», secondo le intenzioni delle fondatrici, è un periodico dalla forte impronta ambientalista (non a caso è stampato su carta che deriva da foreste gestite responsabilmente) e riporta articoli, racconti, ricette di cucina, curiosità, notizie utili, “creazioni” artistiche, approfondimenti, recensioni di libri e film. E poi ancora tradizioni popolari di carattere agricolo, culinario, religioso, folcloristico legate al mistero cosmico ed ancestrale. Mira, altresì, ad avviare un dibattito sulla vita e sulla morte, sulla creazione del mondo, sul continuo intrecciarsi dei rapporti nel cosmo. Nata da un’idea di Agostina Marchese e Rosanna Sanfilippo, la presentazione è avvenuta il 27 dicembre nella biblioteca comunale «Corleo» di Salemi; è stata curata della «Fidapa» ed ha visto la presenza del sindaco Venuti (che ha già richiesto l’abbonamento), dell’eclettico Tullio Sirchia, che ha relazionato sull’eterno femminino da Goethe a Dante, ma anche sulla dea madre, spaziando dal mito di Demetra fino ad arrivare ai giorni d’oggi. Ad accompagnare la presentazione, i canti di Sciupè e le note di Dario Vallone. La «malìa», spiegano le fondatrici, è l’antica arte della seduzione femminile, «che diventa ora magia ed emozione legata ad un ricordo, ora la maaria propria delle magare o delle streghe e delle loro pozioni magiche». Una forma di giornalismo ribaltato nella quale, secondo le intenzioni, è la comunità a fare informazione: scrivendo, raccontando se stessa con un approccio insieme cognitivo, emotivo, razionale e antropologico. Un «femminino» che non vuole però essere «femminista». (Nella foto un momento della presentazione)