Rete idrica, Partanna rifiuta gestione
IL CASO. Il «niet» del Comune. Zinnanti: «Rischieremmo il dissesto finanziario». Un milione e 200mila euro. A tanto ammonta il costo della gestione del servizio idrico a Partanna. Un costo che, se scaricato sul bilancio comunale, causerebbe, nel giro di pochi mesi, il dissesto finanziario. Lo ha svelato il vicesindaco Antonino Zinnanti, risponendo in aula consiliare ad una interrogazione sulle perdite d’acqua in città. A lamentarsi delle pessime condizioni in cui versa la rete idrica, definita «un colabrodo», era stata la consigliera Vita Biundo. La competenza per gli interventi di riparazione, almeno fino a pochi mesi fa, era dell’Eas. L’Ente acquedotti, però, ha sempre fatto orecchie da mercante alle richieste dei comuni, costretti agli interventi sostitutivi con spese a carico dei propri bilanci. Dopo gli interventi, i comuni spedivano le fatture all’Eas, che di pagare non ha mai voluto saperne. La nuova norma varata dalla Regione la scorsa estate, ha messo in capo agli enti locali la gestione delle reti e del servizio. Ma molti comuni si sono ribellati, ed è facile capirne la ragione. I costi sarebbero esorbitanti e rischierebbero di compromettere le finanze municipali. «Significherebbe – ha precisato Zinnanti – dichiarare il dissesto finanziario nel giro di sei mesi».