Regolamento, «via libera» alle unioni civili
CONSIGLIO COMUNALE. Approvato all’unanimità (ma con sei consiglieri presenti) l’atto che disciplina le cerimonie. Dal primo marzo, a Vita, matrimoni ed unioni civili si potranno celebrare anche al di fuori della sede municipale. Gli sposi, siano essi eterosessuali o dello stesso sesso, potranno unirsi in matrimonio nel luogo, nei giorni e negli orari più opportuni. La celebrazione dei matrimoni civili e la costituzione delle unioni civili, così come stabilito in Consiglio comunale, che nella seduta del 28 febbraio ha approvato all’unanimità (anche se erano presenti appena sei consiglieri) il relativo regolamento, potrà essere effettuata dal sindaco, dagli assessori, dai consiglieri comunali o da cittadini italiani che abbiano i requisiti per l’elezione a consigliere comunale ed appositamente delegati dal sindaco. Un importante strumento quello di cui si è dotato il Comune di Vita che indirettamente riconosce alle «coppie di fatto» diritti e doveri pari a quelle eterosessuali (così come stabilito dalla legge Cirinnà), e si pone come un centro all’avanguardia nel panorama provinciale e italiano. Nell’intera nazione, dal 2016 ad oggi sono stati 350 i matrimoni celebrati tra coppie dello stesso sesso, ma molti comuni non hanno ancora adottato un regolamento apposito, né tantomeno hanno modificato quello in vigore sui matrimoni. A Vita sarà permesso ai futuri sposi di scegliere come luogo di unione anche ville, agriturismi o comunque strutture ricettive che siano di particolare pregio storico, architettonico, ambientale o artistico. Locali che saranno individuati tramite apposita deliberazione della Giunta comunale e che sono nella diponibilità dell’ente: o perché appartenenti al Comune oppure perché resi disponibili da terzi previa presentazione di un’apposita domanda. In sintesi, i privati potranno mettere a disposizione le proprie ville o i propri palazzi dopo avere sottoscritto un accordo della durata di tre anni con il Comune. Le coppie che vorranno unirsi in matrimonio dovranno presentare richiesta all’Ufficio di stato civile compilando una apposita domanda indirizzata al sindaco. I matrimoni con il rito civile e la costituzione delle unioni civili saranno celebrati, in via ordinaria, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13; il martedì e il giovedì anche il pomeriggio, dalle 16 alle 18, mentre saranno sospesi durante le feste nazionali: primo e 6 gennaio; la domenica di pasqua e il giorno successivo; il 25 aprile; il primo maggio; il 2 giugno; il 15 giugno (festa del patrono); il 15 agosto; il primo novembre e l’8, 25 e 26 dicembre. Per la celebrazione del matrimonio o la costituzione dell’unione civile è dovuto il pagamento di un rimborso spese, ferma restando la gratuità nel caso la cerimonia debba tenersi nella sede municipale di piazza San Francesco. L’entità dei rimborsi sarà determinata ed aggiornata annualmente con delibera di Giunta e costituirà una piccola entrata per il bilancio comunale. Nel caso si tratti di un immobile nella disponibilità del Comune, i richiedenti potranno, a propria cura e spese, arricchire la sala con vari addobbi che al termine della cerimonia dovranno essere tempestivamente e integralmente rimossi, mentre è fatto divieto di lanciare riso, coriandoli, confetti ed altro materiale all’interno, pena una multa di 100 euro. Il sindaco Fina Galifi non fa trasparire la propria posizione sull’unione civile delle coppie dello stesso sesso: «Sono un sindaco ed è opportuno che il Comune si attenga al provvedimento entrato in vigore; non si può negare a delle persone di unirsi in matrimonio ». Un primo passo che consente da un lato di avviarsi verso la modernizzazione e dall’altro di creare una valorizzazione del territorio tramite la fruizione di aree ed edifici di pregio. Agostina Marchese