Pulizia al Parco archeologico di Segesta

Alla ventiduesima edizione della campagna di Legambiente «Salvalarte », organizzata per coinvolgere i cittadini e le associazioni nella cura di una area artistica, hanno preso parte, oltre a Legambiente, la Rete museale belicina, la Pro Loco di Calatafimi, la Lipu, il Wwf Sicilia, l’Archeoclub d’Italia. All’iniziativa ha collaborato anche il Comune (era peraltro presente il sindaco Sciortino). Alla manifestazione, promossa dalla direttrice del parco, Agata Villa, hanno partecipato pure minori stranieri non accompagnati, ospiti della locale struttura di accoglienza «Baco da seta». Qualcuno però s’è chiesto come mai istituzioni, associazioni e privati siano quasi costretti ad occuparsi di ripulire un’area che dovrebbe già di per sé essere pulita. Il parco di Segesta rimane uno dei siti archeologici più visitati della Sicilia, con incassi di svariati milioni di euro. Fino a poco tempo fa era il Comune a predisporre la pulizia dell’area verde del parco (oltre alla manutenzione dei servizi igienici, l’approvvigionamento idrico e gli spettacoli culturali), grazie alla percentuale che incassava sui biglietti (pari al 30 per cento). Questa quota, che lasciava una certa autonomia all’ente locale, è stata assorbita dalla Regione. E i risultati non sono quelli auspicati: erbacce e sporcizia nel parco sono diventati ulteriori soggetti nelle fotografie scattate dai turisti. Bagni spesso chiusi, mancata manutenzione delle staccionate e dell’area tutta sono le criticità maggiormente segnalate. A partecipare alle operazioni di pulizia è stata anche l’Agesp, la ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti a Calatafimi. (a.m.)