Ordine di demolire e ricorso al Tar Sicilia

Il 3 aprile scorso il Comune ha ricevuto la notifica di un ricorso al Tar di Palermo, depositato da un cittadino. L’atto «della discordia » riguarda la costruzione di una struttura precaria, a carattere puramente stagionale, all’interno di un giardino di proprietà privata, che sarebbe dovuta diventare un’attività commerciale. Nonostante tale impianto, nel 2006, abbia ricevuto l’approvazione sia dalla commissione edilizia, sia da parte dall’ufficio sanitario, non ha poi ottenuto l’autorizzazione edilizia. Nonostante ciò, il proprietario ha proceduto alla costruzione, non trasmettendo però nessuna comunicazione di inizio dei lavori al Comune. L’ente, quindi, dopo un sopralluogo dei vigili urbani, ha emesso un’ordinanza di demolizione, avvisando sia il titolare dell’attività commerciale, sia il proprietario dell’immobile, dandogli tre mesi di tempo a partire dal primo febbraio, per eseguire quanto previsto nell’ordinanza. Il proprietario, per tutta risposta, ha citato in giudizio il Comune, tramite il proprio rappresentate legale, Davide Giglio, del foro di Palermo. Naturalmente, a sua volta l’ente ha provveduto alla proprio difesa, per evitare gravi danni patrimoniali, e conferendo un incarico legale. Per farlo ha seguito l’iter previsto dalla normativa in materia di incarichi agli avvocati da parte della pubblica amministrazione. Visto l’approssimarsi della prima udienza, la responsabile dell’Area amministrativa del Comune, Pamela Nastasi, e la responsabile del procedimento, Giuseppa Pace, hanno quindi proceduto a chiedere il preventivo a due professionisti iscritti all’albo degli avvocati, ricevendo però un’unica offerta (per l’importo di 2.537 euro), da parte dell’avvocato Giovanni Lentini, uno dei massimi esperti di diritto amministrativo, con particolare riferimento alle materie inerenti la pubblica amministrazione, l’urbanistica, i lavori pubblici e l’ambiente. La Giunta comunale, preso atto del preventivo proposto e della caratura del professionista, ha deciso di affidargli l’incarico di rappresentare le ragioni dell’ente dinanzi al Tribunale amministrativo regionale. (v.m.)