Mafia e antimafia, è polemica tra Perricone e il Pd
POLITICA. I nervi sono ancora scoperti. Botta e risposta tra l’ex candidato-sindaco del centrodestra e i dem locali. L’attivismo che da un paio di mesi contraddistingue Pasquale Perricone rischia di portare a sbattere l’ex candidato-sindaco del centrodestra. Come è risultato evidente nelle scorse settimane in occasione della polemica che l’ha visto contrapposto al Pd, da lui duramente attaccato per ragioni obiettivamente poco comprensibili. La proposta Gucciardi Era successo che da Palermo, Baldo Gucciarsi, parlamentare regionale dem ed esponente di punta del Pd isolano, aveva lanciato la proposta di una sorta di «zona franca» per i comuni commissariati per mafia. Una proposta per nulla campata in aria, il cui obiettivo era quello di dare una mano a quei centri che, come Castelvetrano, si ritrovano in una condizione finanziariamente difficile, aggravata dalla mancanza di organi politici. Perricone, però, probabilmente ha equivocato, ed ha vergato una nota al vetriolo prontamente propalata agli organi di informazione. L’ex consigliere ha bollato come «tardivo» l’interessamento politico del Pd «nei confronti di città distrutte dall’azione di repressione ad ampio spettro e indirizzata verso luoghi che, loro malgrado, hanno dato i natali a pericolosi boss latitanti ». Secondo il ragionamento dell’esponente del centrodestra, «i castelvetranesi perbene e che ripugniano la mafia», sarebbero finiti «sotto le “bombe” della politica antimafista di convenienza. Un fuoco incrociato – lo ha definito Perricone – senza limiti, che ha trovato “piste libere” nell’assenza di una classe politica e dirigente che potesse tentare di difendere la parte sana della città. Proprio lo scioglimento del Comune – ha aggiunto – ha completato l’opera di smantellamento». La teoria del complotto Perricone si iscrive quindi alla lunga teoria di chi sostiene che lo scioglimento sia stato un complotto ordito freddamente dagli avversari politici: «Una fredda e cinica azione di delegittimazione che ha, alla fine, accomunato tutti, o quasi, tra i cattivi cittadini. Il salvagente è stato dato solo a pochi e guarda caso – secondo il bancario – appartenenti a una certa parte politica». Mentre, secondo questa ricostruzione dei fatti (di parte), il resto della «militanza castelvetranese » sarebbe stata accusata di essere «vicina al fare mafioso». Per Perricone, quindi, l’azione politica del Pd avrebbe sostenuto quella che lui definisce «onda barbarica» (ma forse voleva dire «orda»). E attacca: «Ricordo a Gucciardi che il suo partito ha partecipato al governo della città e, di recente, ha sostenuto un candidato-sindaco che ha amministrato Castelvetrano per ben dieci anni». La gelida risposta dem Il Pd locale probabilmente non aspettava altro che infilzare un avversario come Perricone e non s’è fatto sfuggire l’occasione, usando le armi del sarcasmo e del vetriolo. «Troviamo quantomeno grottesco – contrattaccano i dem – che uomini cosiddetti politici di questa città, attraverso discutibili teoremi di complottismo contro la nostra comunità, accusino il Partito democratico della “onda barbarica lanciata su Castelvetrano” sfociata nel commissariamento e nelle bombe mediatiche a tutti note. Dove è stato – si chiede il Pd – Luciano Perricone, già consigliere comunale, già assessore, già presidente della commissione consiliare Urbanistica e sviluppo economico in questi anni? Ah già – è la risposta –, ha amministrato questa città, con alterne fortune e con i risultati che oggi tutti vediamo. Fino ad essere il prescelto candidato-sindaco della coalizione contro la quale ha, per qualche tempo, sostenuto una strenua opposizione, salvo poi rimanere folgorato da una possibile investitura a primo cittadino». I democratici precisano di non accettare «lezioni di morale, politica o giudiziaria che sia, da chi si riempie la bocca di rispetto per lo Stato di diritto, per la Costituzione, per i principi fondamentali, mentre va a braccetto con chi ha le precise responsabilità politiche del disastro avvenuto a Castelvetrano nell’ultima sindacatura ». E ribadiscono, i dem, la ratio della proposta Gucciardi, ossia «tutelare i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose ».