Lo Sciuto all’Ars, Pompeo alla Provincia?

POLITICA. Gli intrecci elettorali tra le regionali e le «consorziali». Le elezioni regionali che si terranno tra meno di un mese (5 novembre) avranno ripercussioni sul quadro politico locale. Costituiranno senz’altro un primo test significativo per capire come le coalizioni che vogliono guidare la città vorranno presentarsi agli elettori allorquando si tornerà al voto una volta terminata la fase commissariale (verosimilmente nella primavera del 2019). Così come saranno indicative le successive elezioni provinciali, nel giugno dell’anno prossimo. L’uno e l’altro passaggio vedranno infatti sulla scena alcuni tra i principali protagonisti della vita politica cittadina. Chi si gioca buona parte del suo futuro alle regionali è Giovanni Lo Sciuto (nella foto), che, annusata l’aria di sconfitta nel centrosinistra, s’è affrettato a fare le valigie, lasciare l’Ncd di Angelino Alfano e transistare nel centrodestra che ha scelto come suo «campione» Nello Musumeci. Lo Sciuto avrà un posto nella lista di Forza Italia e si giocherà le sue chance provando ad essere rieletto all’Ars. Qualora fallisse il ritorno a Palazzo dei Normanni, più d’uno è pronto a scommettere che a quel punto l’obiettivo di Lo Sciuto diventerebbero le amministrative del 2019, con lo stesso a presentarsi come candidato-sindaco della coalizione di centrodestra, quella, per intendersi, che aveva proposto alle abortite amministrative di giugno Luciano Perricone, che è già stato “archiviato”. A giugno dell’anno prossimo, poi, le elezioni per il Libero Consorzio di Trapani (così si chiama ora la ex Provincia), potrebbero vedere protagonista l’ex sindaco Gianni Pompeo, che a giugno era il candidato- sindaco scelto dal centrosinistra, Pd in testa. Nelle ultime settimane si sono infittite le voci che lo danno come possibile leader della coalizione nel tentativo di conquista di Palazzo Riccio di Morana da parte dei «dem». Andasse in porto l’operazione, la strada per la candidatura a sindaco del segretario provinciale del Pd Marco Campagna sarebbe spianata e i democratici potrebbero tentare di piazzare un proprio uomo alla guida di Palazzo Pignatelli. Perché il cerchio si chiuda, però, è indispensabile che il leader provinciale del partito, Baldo Gucciardi, torni all’Ars oppure “voli” a Roma con le politiche di marzo, in quel caso come capolista «bloccato».