Il revisore dei conti finisce «sotto esame»

Il romanzo degli scontri tra gli organi dell’ente e il revisore dei conti Margherita Fontana si arricchisce di un nuovo capitolo. In una delle ultime sedute consiliari, al momento di riconoscere un debito fuori bilancio, il presidente Giuseppe Internicola s’è accorto che mancava il parere del revisore. Non perché non fosse tra le carte trasmesse ai consiglieri, ma proprio perché non era mai arrivato al Comune. Ad Internicola non è rimasto altro da fare che dichiarare l’impossibilità di trattare il punto all’ordine del giorno e di ritirarlo dalla discussione. Il capo dell’assemblea civica non si è però fermato qui e, dopo un rapido giro di consultazione con i consiglieri presenti, ha stilato un documento che dà mandato agli uffici dell’ente di effettuare una ricognizione sulle attività fin qui svolte dalla Fontana. Revisore «sotto esame» In sostanza gli uffici saranno chiamati ad accertare se i pareri fino ad oggi resi dal revisore (in carica da due anni) sono giunti puntualmente nel rispetto dei termini di legge e di quelli regolamentari. Qualora così non fosse, Internicola è intenzionato a richiamare formalmente la Fontana al rispetto scrupoloso delle norme e, nel caso in cui dovessero verificarsi ulteriori mancanze da parte del revisore, a darne comunicazione alla Corte dei conti. Arrivati ai «ferri corti» Ormai si è arrivati ai «ferri corti», ma i rapporti con la Fontana sono sempre stati tesissimi. Il primo scontro con lei lo ebbe, nel novembre del 2016, l’allora segretario comunale Vito Antonio Bonanno, che contestò al revisore un ritardo di dieci giorni nel deposito del suo parere al bilancio di previsione. La Fontana si giustificò precisando di aver avuto bisogno di tempo addizionale per studiare la situazione contabile dell’ente e gli atti proposti. Motivazioni che non le evitarono una prima «lavata di capo» da parte del presidente Internicola: «È necessario – disse questi – che vengano rispettati i termini previsti dal regolamento per l’espressione, da parte del revisore, del parere sul bilancio». Internicola ammonì quindi la Fontana: «Se tale episodio e le relative conseguenze sullo slittamento della convocazione consiliare possono essere accettati in questa particolare contingenza, essendo il revisore di nuova nomina, ciò non dovrà più avvenire». Che il clima non fosse sereno lo si comprese chiaramente nel settembre dell’anno scorso, quando la Fontana sbottò in aula: «Qui – disse – non sono gradita; forse perché prima, quella del revisore era una scelta politica, mentre adesso, con il sorteggio, la politica non può più decidere». Il fatto che in passato ci fosse una sorta di «nomina fiduciaria », secondo la Fontana minava il principio dell’indipendenza dell’organo di revisione e causava una specie di incompatibilità tra controllato e controllore, con situazioni nei quali il revisore «amico» magari chiudeva un occhio, non calcando la mano sulle prescrizioni. In quella occasione la Fontana battibeccò sia con il segretario Letizia Interrante che con il presidente Internicola. Quando quest’ultimo le fece notare che ancora una volta aveva reso in ritardo il parere sul bilancio di previsione, la Fontana si alterò: «Mi avete trasmesso gli atti di venerdì pomeriggio; io il finesettimana vorrei portare i figli al mare». La Interrante, di rimando, le ricordò che al revisore non spettano ferie. «Pure gli schiavi – replicò allora stizzita la Fontana – hanno le vacanze». Lo scorso 28 novembre, infine, l’aula era stata convocata per discutere le variazioni di bilancio. La delibera era però priva del parere del revisore dal momento che la Fontana, per un problema di salute, era finita in ospedale.