Gli antichi mestieri

Il dialetto fa parte del bagaglio culturale che ognuno porta sulle spalle ed inevitabilmente indica l’appartenenza ad un certo periodo storico e ad un determinato territorio. La salvaguardia del dialetto locale può considerarsi pertanto salvaguardia di un bene immateriale, e proprio per questo la sesta edizione di «Me nonnu mi cunta», che si è tenuta il 10 maggio, è stata inserita all’interno del programma nazionale di «Salvalarte», promosso da Legambiente per la tutela del territorio e dei beni materiali ed immateriali che lo rendono così unico e particolare. Non è la prima volta che la Pro loco vitese promuove il Comune di Vita aderendo a «Salvalarte» e anche quest’anno, con il supporto dei volontari del Servizio civile della stessa Pro loco vitese e dell’Unpli Trapani, sono stati coinvolti gli studenti della scuola primaria e secondaria, che hanno svolto delle ricerche sugli antichi mestieri locali che oggi si sono evoluti o, addirittura, non esistono più. I giovani hanno intervistato i nonni entrando in contatto con loro per chiedere informazioni e farsi raccontare, rigorosamente in dialetto, degli aneddoti e i nomi degli strumenti legati agli antichi mestieri della loro terra. Nella stessa giornata, nel salone della scuola dell’infanzia «Gaspare Bruno», è stato preentato il lavoro svolto, con le testimonianze di anziani artigiani. Qualche giorno prima si è svolta un’estemporanea, di fronte agli alunni della scuola materna, di uno dei mestieri presi in considerazione, con l’utilizzo degli antichi strumenti. Un’occasione per dare continuità ad arti che rischiano di essere dimenticate. Jeannette Tilotta