Calatafimi nelle cartografie
Il 24 febbraio è stato presentato, nella biblioteca comunale, il volume «Calatafimi, terra et castrum – Rappresentazioni iconografiche e cartografiche (XVI-XX secolo)», curato da Enzo Mazzara. «L’opera – spiega l’autore – rappresenta una lettura scientifica degli antichi documenti cartografici di Calatafimi. Lo studio – aggiunge – inizia con l’esame della più antica mappa a noi pervenuta, quella di Angelo Rocca, e si conclude con le recenti carte catastali borboniche e postunitarie». Una mappa del 1584 (nel riquadro), quindi, che l’autore riporta alla luce dopo circa cinquecento anni di oblio, sconosciuta ai calatafimesi, anche a quelli più documentati. Diventa così la più antica ed autentica mappa della città, spiazzando l’altra cinquecentesca e più conosciuta carta, proposta dal parroco Longo, ritenuta poco attendibile. L’autore, con una minuziosa lettura delle carte, ripropone un viaggio nel passato con la sua vita quotidiana, le strutture edilizie più significative, le chiese scomparse, le torture somministrate all’interno del castello ai reclusi colpevoli di chissà quali colpe, le scritte invisibili nascoste tra l’inchiostro di china e i tratti a matita. Un approccio scientifico nello studio cartografico che ha riscosso una notevole interesse. Mazzara ha quindi messo a disposizione dei presenti solo alcune copie stampate per l’occasione. La pubblicazione per tutti attende però un sostegno finanziario a cui il sindaco Sciortino, che ha sostenuto ed elogiato l’iniziativa culturale, non si è tirato indietro, annunciando un suo concreto sostegno, nell’interesse della città e della comunità tutta. Pietro Bonì