Calatafimi, la scuola non si ferma

“Assillati come eravamo dal quotidiano affanno del vivere, dalle cento cose da fare ogni giorno a lavoro e in famiglia, la pandemia si è presentata nel primissimo periodo quasi in punta di piedi; neanche l’Organizzazione mondiale della sanità sembrava essere preparata a questo evento sconvolgente ed inaspettato (considerati gli incauti, iniziali suggerimenti che essa stessa forniva alla popolazione…)”. Sono le prime considerazioni sull’emergenza covid di Emilia Sparacia, preside dell’Istituto comprensivo “Vivona” di Calatafimi Segesta. “Ci siamo ritrovati – aggiunge -, in modo quasi inconsapevole, come spogliati dalle nostre certezze, fragili come cristalli, impauriti e pieni di ansia soprattutto per i nostri figli, vivendo il presente con gli occhi bassi, rinchiusi a forza in una dimensione spazio-temporale ridotta, quasi oppressiva. Fortunatamente la natura dell’uomo è capace di adattarsi alle peggiori condizioni esterne e nel suo animo è presente, anche se spesso nascosta e non percepita, la scintilla della speranza, della fiducia in Dio per i credenti e in un futuro migliore e/o migliorabile per chi non crede”. Così, dopo il primo impatto, la scuola ha cominciato ad attrezzarsi “per affrontare – sottolinea la dirigente – questa nuova sfida singolarmente, in famiglia, nelle istituzioni e, tra queste ultime la scuola che, a mio parere, riveste un’importanza fondamentale e strategica per la comunità civile. Nessuno degli operatori scolastici si è tirato indietro davanti alle difficoltà che sono inevitabilmente emerse dalla situazione emergenziale che stiamo ancora vivendo, ciascuno ha cercato di capire, secondo il proprio ruolo, cosa fare e come potere raggiungere obiettivi di utilità comune, in particolare a favore dei nostri alunni. Così è cominciata per tanti docenti l’avventura all’interno del mondo virtuale, imparando a camminare, dapprima incespicando e poi più speditamente, per le vie di internet, animati soprattutto dalla passione per i ragazzi e per l’arte dell’insegnare. Tra i docenti, chi era già in possesso di competenze informatiche avanzate, nel nostro istituto l’animatrice digitale, prof.ssa Susanna Grassa, ha consentito l’avvio delle riunioni collegiali telematiche e, con grande generosità e pazienza, ha seguito quanti tra i colleghi presentavano dubbi, domande, perplessità fornendo chiarimenti, risposte precise e risolutive che hanno loro permesso di intraprendere una nuova modalità di insegnamento: la didattica a distanza. Quest’ultima si è rivelata una risorsa di indubbio valore, che ha consentito di proseguire il percorso formativo e di apprendimento dei nostri alunni, coinvolgendo concretamente le famiglie che hanno svolto un’attività di affiancamento e sostegno in particolare per i più piccoli. Infatti non credo che i soli operatori della scuola, senza la fattiva ed operosa collaborazione dei genitori, potevano raggiungere alcun risultato; ed è bello sentirsi soddisfatti per il lavoro realizzato insieme nella nostra comunità scolastica, per poter condividere con le famiglie una sfida che abbiamo il dovere di vincere per i nostri ragazzi, evitando di cedere allo scoraggiamento che toglie tempo ed energie preziose”.
A tal proposito riferisce la rappresentante dei genitori, presidente del Consiglio d’Istituto, Lidia Nicolosi: “Non è stato facile adattarsi a tutte queste nuove app e tecnologie, ma con tanta buona volontà e tenacia, si è riusciti insieme, a risolvere le difficoltà e i problemi che si presentavano. In questo modo gli alunni hanno continuato, seppur a distanza, a seguire le lezioni, ad imparare e, cosa fondamentale, a sentirsi importanti per i loro insegnanti. Grazie alla didattica a distanza, i ragazzi hanno aggiunto, nello svolgimento delle attività scolastiche, una nuova materia a quelle studiate: La conoscenza e l’utilizzo dei dispositivi digitali, tutto racchiuso in un’unica sigla, TIC (Tecnologie dell’Informazione e della comunicazione)”.
Si può quindi concludere che la scuola non si è fermata e non si ferma. Infatti, l’Istituto calatafimese è una di quelle istituzioni che con i suoi ritmi e i suoi riti segna lo scorrere del tempo e l’ordinato svolgersi del vivere civile: non a caso la chiusura delle scuole è qualcosa a cui le autorità ricorrono in casi rari ed eccezionali, “ma noi – chiosa la preside – grazie all’ impegno di tutti abbiamo trasformato questa emergenza in opportunità per rinsaldare i valori autentici della solidarietà e dell’integrazione”.