Biblioteca ancora chiusa. Si lavora per la riapertura
Non solo strumento di diffusione della cultura, ma di costruzione di identità molteplice di un territorio. La biblioteca di Vita racchiude anni di storia, anni in cui sono state investite risorse e attuati progetti. Anni in cui anche chi vi ha lavorato ha messo il cuore. Lì era possibile trovare la sala di lettura per bambini e, oltre ai libri, una innumerevole ed aggiornata quantità di riviste e giornali. Un luogo simbolico di cui la cittadina è stata privata a causa di un incendio doloso. Dal 2015, gli ingenti danni arrecati al Centro sociale (nella foto), hanno avuto come conseguenza la chiusura della biblioteca, miracolosamente scampata alle fiamme ma dichiarata inagibile. La storia della nascita della libreria si lega all’intervento dei valdesi, arrivati a Vita dopo il terremoto del 1968, che fortemente vollero un luogo di cultura incisivo per la popolazione locale, contestuale alla nascita di alcune cooperative. Nelle scorse settimane, grazie ad un progetto che interessa la comunità cristiana dei valdesi, Laura Cappugi, dirigente tecnico della Soprintendenza di Trapani, responsabile dei beni librari e della filmoteca regionale, ha incontrato il sindaco Galifi per capire quali azioni fossero state messe in atto dal Comune per riaprire la sala. Ad oggi come spiegato dalla Galifi, in base alla disponibilità economica dell’ente si sono susseguiti diversi interventi per rimettere in sicurezza il Centro sociale, sia all’interno con il ripristino dell’impianto elettrico, che nelle fondamenta, dove ulteriori lavori sono previsti per eliminare le infiltrazioni presenti. Fondamentale sarebbe l’impianto antincendio, che interessa anche la biblioteca ma che ad oggi il Comune non ha potuto acquistare. Nella biblioteca, il problema di sicurezza è legato anche al numero dei libri, sia come peso che come quantità. Si era tentato, tramite il consorzio «Solidalia », di spostare un settore della biblioteca in un bene confiscato, ma il progetto non è andato a buon fine. Il Comune aveva tentato quindi di accedere ai fondi messi a disposizione con il progetto «6.000 campanili»: la proposta dell’ente, però, non è stata approvata. (a.m.)